La psicoterapia è basata sul racconto del paziente, l’ascolto, il dialogo, la collaborazione nella ricerca di significati. La presenza non giudicante del terapeuta, il suo ascolto empatico, ed il comune impegno a comprendere e dare senso alle problematiche portate dal paziente, aiutano la persona a superare le proprie paure, il proprio senso di inadeguatezza, e eventuali sintomi più specifici, quali depressione, crisi di panico, disturbi ossessivo compulsivi, disturbi alimentari, dipendenza affettiva.
Il mio lavoro si basa sull’ascolto attento e partecipe, sulla ricerca e la valorizzazione delle risorse, sull’esame delle difficoltà al fine di comprenderne le origini e di superarle insieme. Il materiale su cui si lavora sono i racconti della propria quotidianità, ove questa desti dubbi e disagi; eventuali ricordi del passato, se legati all’attuale difficoltà, e suscitati spontaneamente da essa; la storia delle relazioni significative vissute nella famiglia di origine e delle relazioni affettive; ed infine i sogni, il cui significato viene costruito insieme da paziente e terapeuta, e mette in luce paure, bisogni e risorse della persona.
In psicoterapia viene sperimentata una relazione terapeutica sostanzialmente paritaria, grazie all’approccio dialogico, alla condivisione della ricerca di significati e della formulazione di ipotesi. Questo aiuta a stabilire una paritarietà anche in altre relazioni significative: con i genitori, con il partner, con i figli, con i colleghi o i responsabili. Diminuisce così la paura di sbagliare, si sdrammatizzano le conseguenze delle proprie azioni, si può vedere l’altro non tanto come autorità, giudice o dispensatore di gioie o pene, ma come interlocutore, partner di una relazione con cui stabilire un dialogo e condividere progetti, anche a partire da punti di vista in parte diversi.
Ci si può rivolgere allo psicoterapeuta in un momento particolarmente difficile della propria vita, ad esempio in occasione di una crisi di coppia, di un periodo di difficoltà nel rapporto con un figlio, dopo una separazione, un lutto, un cambiamento nell’ambito lavorativo.
Tutti questi eventi possono attivare un senso di fallimento o di perdita, che è importante contestualizzare e sdrammatizzare, distinguendo ciò che dipende da noi da ciò che non dipende da noi, alleggerendosi dai sensi di colpa, e chiarendosi le idee sugli obiettivi, risorse e ruolo che si vuol giocare, in una situazione pur per certi aspetti dolorosa.
Anche cambiamenti in sé positivi - ad es. la laurea, una promozione sul lavoro, il prossimo matrimonio, il diventare genitori oppure il matrimonio dei nostri figli, il pensionamento, un trasloco in una nuova casa più grande … - possono attivare un senso di inadeguatezza o di sovraccarico emotivo, che è importante contestualizzare e sdrammatizzare.
Ci si può inoltre rivolgere allo psicoterapeuta quando si prova una particolare fatica nel vivere, una sensazione di ansia, di vuoto o tristezza.
Tali sensazioni sono spesso dovute ad una discrepanza fra ciò che pensiamo di essere e ciò che sentiamo di voler o dover essere. La psicoterapia aiuta a ridurre questa distanza. Da un lato vengono messe in discussione e ridimensionate le proprie aspettative su ciò che si dovrebbe essere per non sentirsi in colpa o inadeguati (tali aspettative infatti si basano spesso su modelli appresi, che potrebbero non servirci o non corrisponderci più, sempre che ci abbiano mai corrisposto). D’altro canto possiamo scoprire di avere predisposizioni, bisogni e risorse, che non pensavamo di avere, e che ci permettono di realizzarci autenticamente e pienamente, in consonanza soprattutto con noi stessi.
Il mio lavoro si basa sull’ascolto attento e partecipe, sulla ricerca e la valorizzazione delle risorse, sull’esame delle difficoltà al fine di comprenderne le origini e di superarle insieme. Il materiale su cui si lavora sono i racconti della propria quotidianità, ove questa desti dubbi e disagi; eventuali ricordi del passato, se legati all’attuale difficoltà, e suscitati spontaneamente da essa; la storia delle relazioni significative vissute nella famiglia di origine e delle relazioni affettive; ed infine i sogni, il cui significato viene costruito insieme da paziente e terapeuta, e mette in luce paure, bisogni e risorse della persona.
In psicoterapia viene sperimentata una relazione terapeutica sostanzialmente paritaria, grazie all’approccio dialogico, alla condivisione della ricerca di significati e della formulazione di ipotesi. Questo aiuta a stabilire una paritarietà anche in altre relazioni significative: con i genitori, con il partner, con i figli, con i colleghi o i responsabili. Diminuisce così la paura di sbagliare, si sdrammatizzano le conseguenze delle proprie azioni, si può vedere l’altro non tanto come autorità, giudice o dispensatore di gioie o pene, ma come interlocutore, partner di una relazione con cui stabilire un dialogo e condividere progetti, anche a partire da punti di vista in parte diversi.
Ci si può rivolgere allo psicoterapeuta in un momento particolarmente difficile della propria vita, ad esempio in occasione di una crisi di coppia, di un periodo di difficoltà nel rapporto con un figlio, dopo una separazione, un lutto, un cambiamento nell’ambito lavorativo.
Tutti questi eventi possono attivare un senso di fallimento o di perdita, che è importante contestualizzare e sdrammatizzare, distinguendo ciò che dipende da noi da ciò che non dipende da noi, alleggerendosi dai sensi di colpa, e chiarendosi le idee sugli obiettivi, risorse e ruolo che si vuol giocare, in una situazione pur per certi aspetti dolorosa.
Anche cambiamenti in sé positivi - ad es. la laurea, una promozione sul lavoro, il prossimo matrimonio, il diventare genitori oppure il matrimonio dei nostri figli, il pensionamento, un trasloco in una nuova casa più grande … - possono attivare un senso di inadeguatezza o di sovraccarico emotivo, che è importante contestualizzare e sdrammatizzare.
Ci si può inoltre rivolgere allo psicoterapeuta quando si prova una particolare fatica nel vivere, una sensazione di ansia, di vuoto o tristezza.
Tali sensazioni sono spesso dovute ad una discrepanza fra ciò che pensiamo di essere e ciò che sentiamo di voler o dover essere. La psicoterapia aiuta a ridurre questa distanza. Da un lato vengono messe in discussione e ridimensionate le proprie aspettative su ciò che si dovrebbe essere per non sentirsi in colpa o inadeguati (tali aspettative infatti si basano spesso su modelli appresi, che potrebbero non servirci o non corrisponderci più, sempre che ci abbiano mai corrisposto). D’altro canto possiamo scoprire di avere predisposizioni, bisogni e risorse, che non pensavamo di avere, e che ci permettono di realizzarci autenticamente e pienamente, in consonanza soprattutto con noi stessi.