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valeria rosso psicologo psicoterapeuta torino
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I genitori di oggi si trovano di fronte ad un compito educativo particolarmente difficile perché il mondo evolve molto più rapidamente di un tempo. I modelli educativi che i genitori di oggi hanno sperimentato nella propria infanzia sono ora difficilmente applicabili. Per questo può essere utile consultare uno specialista ogni volta che le difficoltà di rapporto con un figlio iniziano a suscitare dubbi e timori tali da renderci poco sereni e, a volte, angosciati.
Fino alla preadolescenza i bambini possono preoccuparci per paure immotivate, tic, difficoltà scolastiche e di socializzazione, comportamenti ribelli. In preadolescenza e adolescenza è del tutto normale che i rapporti coi genitori cambino, perché il figlio deve differenziarsi, acquisire autonomia e iniziare a costruire una propria personalità. È necessario quindi valutare se la ricerca di autonomia e il contestare i genitori rientrano in un normale periodo di crescita o possono risultare segnali di difficoltà. Inoltre è necessario essere attenti al sorgere di espressioni di disagio, quali i disturbi alimentari, le dipendenze da sostanze o le nuove dipendenze (ad esempio dai videogiochi, da internet o dai social network), il ritiro sociale. Infine, per quanto riguarda le relazioni sociali, si diffondono fenomeni di ‘bullismo’ che richiedono l’attenzione dei genitori, sia nel caso in cui il ragazzo agisca, sia quando subisca comportamenti violenti o di minaccia.
Le mie modalità di intervento sono la consulenza al genitore, e la presa in carico del minore in psicoterapia, talvolta integrate.
Nel caso di una consulenza genitoriale incontro i soli genitori con lo scopo di chiarificare dubbi, contenere ansie, comprendere la gravità del problema del minore e valutare l’utilità di una presa in carico del minore stesso. Talvolta è sufficiente una consulenza psico-educativa: chiarificando dubbi sulle caratteristiche e i significati della crescita e della trasformazione adolescenziale, aiuto i genitori a trovare un proprio modo di rapportarsi ai figli, affettivo e fermo allo stesso tempo, che torni utile ad entrambi.

Propongo una presa in carico terapeutica del minore soprattutto in preadolescenza e adolescenza per permettere al ragazzo di confrontarsi con un adulto non coinvolto direttamente nelle sue problematiche di crescita. Il mio intento è favorire l’espressione di dubbi, paure, angosce, e delle proprie credenze e filosofie di vita, in modo che il ragazzo stesso possa sottoporle a critica e ad un esame realistico. Spesso un percorso terapeutico intrapreso in età adolescenziale è più breve e incisivo che in età adulta, mettendo a frutto il potenziale di cambiamento insito nell’età stessa.




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