Non posso che condividere, in questo tragico momento che tutti stiamo attraversando, i consigli postati da molti colleghi su come sopravvivere alle lunghe giornate di quarantena forzata, costretti in casa, chi da solo, chi con il partner, chi con la famiglia. Tra questi segnalo la
- Guida anti-stress per i cittadini in casa - proposta dal Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Psicologi.
Vorrei però proporre un punto di vista un po’ differente, che valorizzi proprio le criticità insite in questa situazione di emergenza.
Per una coppia, ad esempio, pensate a quanto il dover condividere così tanto tempo quotidiano possa essere una occasione unica per ‘litigare’ finalmente un po’. Mi riferisco alla possibilità di lasciar emergere questioni irrisolte che i ritmi di vita usuali costringono/permettono di rimandare sempre, lasciare sottotraccia, non affrontare mai. Una coppia di amici mi raccontava di una bella litigata, scoppiata mentre cucinavano insieme, che ha permesso di parlare di reciproci atteggiamenti (lei sempre ‘precisina’, lui comprensivo ma ‘paternalista’) in cui ciascuno dei due si sentiva un po’ costretto dalla relazione con l’altro. Vi sono anche litigi distruttivi e senza sbocco, ovviamente, ma se la coppia ha capacità di dialogo, autoironia, possibilità di mettersi in discussione, una sana litigata può rivelarsi molto positiva e rendere il rapporto più libero e spontaneo.
E il singolo, nel rapporto con se stesso, non ha finalmente l’occasione di lasciar emergere, e affrontare, proprie insoddisfazioni o frustrazioni profonde? Ora che, insieme ai ritmi frenetici del lavoro, vengono meno aspettative e possibilità di prestazioni sempre al top, è possibile venire a contatto con vissuti anche negativi (rabbie represse, senso di frustrazione, insoddisfazioni). Può non essere facile confrontarsi con questi propri vissuti che spesso nascondiamo, ma che fanno comunque parte di noi; e certamente può esservi il rischio di lasciarsi sopraffare, sentendosi un po’ falliti e senza sbocchi. Ma se abbiamo la possibilità, anche confrontandoci con un amico o un familiare, di non sentirci in colpa o in un vicolo cieco, può essere l’occasione per conoscersi di più, capire di più i propri bisogni, avere più elementi per ripensare alle proprie scelte, e riprogettarsi: in alcuni casi (chissà!) per immaginare di cambiare vita.
E, infine, nel rapporto con figli adolescenti: non può essere forse il momento di lasciar emergere pienamente conflittualità, divergenze, rabbie? Lo scontro con l’adolescente che, di solito, viene in parte delegato ad altri (la scuola, la strada, gli amici, l’allenatore, le forze dell’ordine …) ora dobbiamo ‘godercelo’ tutto noi genitori, subendone la maggiore intensità ma anche avendo tutto il tempo per conoscere meglio il proprio figlio e anche noi stessi nel rapporto con lui. Anche in questo caso non dobbiamo negare i rischi di escalation negative che portano solo all’insopportazione reciproca; ma è pur vero che l’adolescente matura nel differenziarsi e nell’affermarsi come individuo anche contrapponendosi, per cui capire e accettare le diversità, chiarirle, scoprirle, lasciarle emergere, viverle fino in fondo, può essere un’opportunità e un’occasione di crescita per l’adolescente ma anche per noi adulti che partecipiamo a questo processo. E non dimentichiamo che abbiamo poi il tempo di riscoprire, al di là dello scontro, il legame affettivo, che c’è e resta anche quando sembra perduto e non lo vediamo più.
Ho un po’ tessuto le lodi del lasciar emergere difficoltà, insoddisfazioni, tensioni. Perché davvero fanno parte delle nostre vite e il riconoscerle senza farne un dramma può essere fonte di crescita e di benessere. Ma qualora prevalgano gli aspetti più negativi, e ci si senta oppressi ed esasperati, il confronto con un professionista può rivelarsi utilissimo, e anche una consulenza on line può far emergere potenzialità e risorse. Rimando per questo all’elenco degli psicologi disponibili ad una consulenza on line: Psicologionline
- Guida anti-stress per i cittadini in casa - proposta dal Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Psicologi.
Vorrei però proporre un punto di vista un po’ differente, che valorizzi proprio le criticità insite in questa situazione di emergenza.
Per una coppia, ad esempio, pensate a quanto il dover condividere così tanto tempo quotidiano possa essere una occasione unica per ‘litigare’ finalmente un po’. Mi riferisco alla possibilità di lasciar emergere questioni irrisolte che i ritmi di vita usuali costringono/permettono di rimandare sempre, lasciare sottotraccia, non affrontare mai. Una coppia di amici mi raccontava di una bella litigata, scoppiata mentre cucinavano insieme, che ha permesso di parlare di reciproci atteggiamenti (lei sempre ‘precisina’, lui comprensivo ma ‘paternalista’) in cui ciascuno dei due si sentiva un po’ costretto dalla relazione con l’altro. Vi sono anche litigi distruttivi e senza sbocco, ovviamente, ma se la coppia ha capacità di dialogo, autoironia, possibilità di mettersi in discussione, una sana litigata può rivelarsi molto positiva e rendere il rapporto più libero e spontaneo.
E il singolo, nel rapporto con se stesso, non ha finalmente l’occasione di lasciar emergere, e affrontare, proprie insoddisfazioni o frustrazioni profonde? Ora che, insieme ai ritmi frenetici del lavoro, vengono meno aspettative e possibilità di prestazioni sempre al top, è possibile venire a contatto con vissuti anche negativi (rabbie represse, senso di frustrazione, insoddisfazioni). Può non essere facile confrontarsi con questi propri vissuti che spesso nascondiamo, ma che fanno comunque parte di noi; e certamente può esservi il rischio di lasciarsi sopraffare, sentendosi un po’ falliti e senza sbocchi. Ma se abbiamo la possibilità, anche confrontandoci con un amico o un familiare, di non sentirci in colpa o in un vicolo cieco, può essere l’occasione per conoscersi di più, capire di più i propri bisogni, avere più elementi per ripensare alle proprie scelte, e riprogettarsi: in alcuni casi (chissà!) per immaginare di cambiare vita.
E, infine, nel rapporto con figli adolescenti: non può essere forse il momento di lasciar emergere pienamente conflittualità, divergenze, rabbie? Lo scontro con l’adolescente che, di solito, viene in parte delegato ad altri (la scuola, la strada, gli amici, l’allenatore, le forze dell’ordine …) ora dobbiamo ‘godercelo’ tutto noi genitori, subendone la maggiore intensità ma anche avendo tutto il tempo per conoscere meglio il proprio figlio e anche noi stessi nel rapporto con lui. Anche in questo caso non dobbiamo negare i rischi di escalation negative che portano solo all’insopportazione reciproca; ma è pur vero che l’adolescente matura nel differenziarsi e nell’affermarsi come individuo anche contrapponendosi, per cui capire e accettare le diversità, chiarirle, scoprirle, lasciarle emergere, viverle fino in fondo, può essere un’opportunità e un’occasione di crescita per l’adolescente ma anche per noi adulti che partecipiamo a questo processo. E non dimentichiamo che abbiamo poi il tempo di riscoprire, al di là dello scontro, il legame affettivo, che c’è e resta anche quando sembra perduto e non lo vediamo più.
Ho un po’ tessuto le lodi del lasciar emergere difficoltà, insoddisfazioni, tensioni. Perché davvero fanno parte delle nostre vite e il riconoscerle senza farne un dramma può essere fonte di crescita e di benessere. Ma qualora prevalgano gli aspetti più negativi, e ci si senta oppressi ed esasperati, il confronto con un professionista può rivelarsi utilissimo, e anche una consulenza on line può far emergere potenzialità e risorse. Rimando per questo all’elenco degli psicologi disponibili ad una consulenza on line: Psicologionline