COOKIES
valeria rosso psicologo psicoterapeuta torino
Loading...
info@valeriarossopsicologo.it
René Magritte parla dei suoi quadri come potrebbe parlare dei suoi figli: “Comparare i miei quadri fra di loro è ignorare che gli uni come gli altri evocano l’incomparabile, cioè il mistero”.
Ne prendo spunto per fare una considerazione sulla tendenza di ognuno di noi a confrontarsi con gli altri per valutare la propria adeguatezza, o sostenere la propria autostima; dimenticandosi però che ci si muove nell’ambito dell’incomparabile, le esistenze umane, e del mistero, la vita stessa.
Spesso le persone con cui lavoro iniziano a stare meglio, a essere più soddisfatte di sé e a fare scelte con più serenità, quando diminuisce in loro la tendenza a fare comparazioni con gli altri.
Ricordo una paziente, la quale, piuttosto realizzata sul lavoro, ma senza figli, in parte per propria scelta, era abituata a confrontarsi con la madre e con la sorella minore, entrambe lavoratrici e madri. Tali confronti la facevano sentire sempre in qualche misura mancante.
Ad un certo punto della terapia, la paziente si accorge di non riuscire più ad utilizzare il confronto; al contrario di poter parlare con una certa esperienza, profondità e cognizione solamente della propria vita, caratterizzata da esigenze e scelte singolari.
Con sollievo, si trova a dichiarare: “se confronto ci deve essere, lo faccia chi più conosce ed è equanime: l’Altissimo … Non sarò più io a farlo”.
Questo mutato atteggiamento le permette di riappacificarsi con se stessa, di accogliere e concedersi le gratificazioni che la vita le offre, e di accettarne con serenità alcune inevitabili frustrazioni.

Share: